lunedì 14 settembre 2009

Mozione per la fase costituente di Sinistra e Libertà

I sottoscritti aderenti all’Associazione per la Sinistra della Provincia di Udine, riuniti in occasione dell’iniziativa di San Pietro al Natisone il 12/9/2009, in seguito alle convinzioni maturate sulla situazione politica nazionale e locale, rivolgono un appello ai soggetti promotori di “Sinistra e Libertà” in vista dell’assemblea nazionale del 19 settembre a Napoli.
In particolare ritengono essenziale sostenere con determinazione e urgenza a tutti i livelli le seguenti proposte:
• La nascita - da subito, attraverso la formula dei circoli e a tutti i livelli - del nuovo soggetto partitico della sinistra, di cui è opportuno conservare la denominazione “SINISTRA E LIBERTA’”, per dare continuità, anche nella visibilità esterna, alla positiva esperienza delle elezioni europee.
• Il nuovo soggetto dovrà, nella sua fase costituente e congressuale di fondazione, azzerare tutti gli organismi dirigenti ed eleggere nuovi organi di rappresentanza e direzione politica locali e nazionali; dovrà tenere in forte considerazione la necessità di un profondo e diffuso rinnovamento rispetto al passato, favorendo anche la partecipazione e l’inclusione di chi non ha militato negli ultimi anni nei luoghi ufficiali della politica istituzionale, prediligendo il lavoro nei movimenti, nei sindacati, nell’associazionismo, nei luoghi del conflitto sociale praticato.
• La costituzione del nuovo partito dovrà manifestare la propria differenza e novità nella pratica diffusa della democrazia sostanziale, della trasparenza e della partecipazione.
Ciò al fine di superare le palesi contraddizioni tra enunciazioni di principio condivisibili e pratiche quotidiane discutibili, connotate da fini particolari, ipocrisie ed abbandono degli obbiettivi ideali verso i quali tende la nostra ricerca. L’orizzonte ideale dovrà essere la costruzione di una nuova cultura nella teoria e nella prassi della sinistra in Italia, in Europa e nel Mondo; cultura volta a fornire risposte forti alla crisi generale della politica, restituendole nobiltà e credibilità nella possibilità di trasformazione dell’esistente; occorre partire dalla realtà e uscire dagli angusti confini identitari novecenteschi, tributari di riferimenti e di strumenti di analisi economica, sociale e culturale incomprensibili, non più rispondenti alla realtà effettiva ed a quella percepita dal potenziale “popolo della sinistra”.
Intendono comunque impegnarsi per avviare da subito in tutta la Provincia di Udine il percorso dei Circoli locali di Sinistra e Libertà e auspicano che il medesimo impegno si estenda a livello regionale. Avendo piena coscienza dei danni irreversibili che nascerebbero da un ulteriore e colpevole rinvio delle scelte oggi necessarie, raccomandano agli organi nazionali di rappresentanza di evitare ulteriori indugi nella costruzione della forza unitaria della sinistra in Italia.
San Pietro al Natisone, 12/09/2009
(seguono le firme)

Intervento al convegno del 12 settembre 2009

Il primo tema – Crisi della democrazia in Italia - meriterebbe da solo un seminario di molti giorni ma credo sia opportuno che se ne parli in tutte le sedi perché la difesa della democrazia inizia nel momento stesso in cui, parlandone appunto, si prende atto che con le motivazioni più varie si sta cercando di minarne i suoi fondamenti.
Le basi di ogni governo democratico sono l’equilibrio e il contrappeso dei vari poteri, una stampa e una magistratura libera, la laicità dello stato.
E’ sotto gli occhi di tutti come ogni giorno, in vario modo, con accelerazioni e frenate si cerchi costantemente di depotenziare, aggirare queste regole basilari e mettere in mora la nostra Costituzione.
Spesso gli strappi che questo governo pone in essere, sono molto piccoli in modo da passare inosservati ai più e tali da non provocare una reazione forte della società.
Quando poi la violazione della Costituzione desta un po’ più di clamore segue una retromarcia ed una smentita.
La retromarcia però non è mai completa e permette in ogni caso di guadagnare un po’ di posizioni e la smentita conta sulla scarsa propensione alla lettura dei nostri concittadini e soprattutto sul controllo sempre più ferreo dei media che mettono in risalto solo quello che fa comodo al potente di turno.
E' di questi giorni l’attacco alla stampa che si è macchiata dell'incredibile colpa di fare domande non concordate e soprattutto non gradite, che critica e non incensa.
E’ sotto gli occhi di tutti come in Rai ci sia un sempre maggiore controllo dell’informazione che avviene con direttori voluti dal premier e che rispondono al premier.
Programmi come quelli della Gabanelli, di Santoro, Dandini o di Fazio sono sempre più in forse.
Il dramma di tutto questo è che la capacità mediatica del premier rende possibile che molte gente sia disposta a credere alle sue grossolane panzane, che Lui sia la vittima, Lui il perseguitato.
Tutta la storia giudiziaria di B. può riassumersi nel Lodo Alfano che in estrema sintesi spiega come il premier si senta e voglia mettersi al di sopra della legge .
Altro fronte di attacco alla carta costituzionale è la sempre più probabile svendita della laicità dello Stato; questa operazione si è resa necessaria dopo i noti fatti di cronaca ed è funzionale al recupero della benevolenza Vaticana e del voto cattolico.
Questo e non altro è il motivo delle pesanti affermazioni del ministro della salute Sacconi sulla pillola abortiva RU486 (la cui introduzione in Italia viene ostacolata con pretesti e bugie) e sul disegno di legge sul fine vita in discussione alla camera, che, se approvato così com’è, priverà ciascuno di noi della facoltà di scelta delle terapia che si vogliono accettare o rifiutare.
Se però a rifiutare cibo ed acqua è un extracomunitario in carcere allora questo diritto di scelta gli viene riconosciuto e così il tunisino in attesa di giudizio nel carcere S. Matteo di Pavia qualche giorno fa è morto di fame e di sete nel silenzio assordante dei media e del Vaticano.
Anche l'attuale “riforma” della scuola è un attacco, se vogliamo più subdolo degli altri, alla democrazia: il benessere e la crescita di una società avviene in modo tanto più omogenea ed organica quanto più è elevata la scolarità ed il sapere dei propri cittadini.
Tra l’altro una nazione come la nostra, che è priva di risorse naturali, ha l’obbligo morale di puntare ed investire sulla scuola, sulla ricerca e sulla cultura in genere perché il sapere non solo arricchisce l’animo ma può anche creare ricchezza economica
Tutti sappiamo come la riforma della scuola consista sostanzialmente in “tagli di organico” in modo da prevedere un risparmio di circa 8 miliardi di euro.
In 3 anni verranno espulsi circa 40.000 insegnanti e 15.000 non docenti.
La scusa è che da noi c'è una pletora di docenti e che il rapporto insegnati/studenti è troppo alto se confrontato con quello degli altri paesi Europei (1/11 mentre la media europea è di 1/16).
Si tace che all’estero gli insegnati di sostegno sono a carico del Welfare e che gli insegnati di religione non sono a carico dello stato come invece avviene in Italia.
Siccome in Italia ci sono 80 mila insegnati di sostegno e 20 mila di religione, fanno 100 mila persone in più a carico del sistema scolastico, questo spiega del perché apparentemente il nostro paese ci sono troppi docenti rispetto agli studenti.
Altra cosa che non si dice è che da noi la scuola viene finanziata con il 6 % del PIL e nel resto d’Europa con il 7% , e che gli stipendi dei docenti italiani sono sensibilmente più bassi di quelli degli corrispettivi colleghi europei.


Ho voluto fare questa premessa perché quanto avviene nella nostra regione rispecchia fedelmente l'impostazione del governo nazionale così che anche qui ondeggiamo tra populismo e razzismo.
Tondo e la sua maggioranza fino ad ora non hanno fatto vedere nessun disegno politico, nessun progetto organico per la regione che con la vittoria di 1 anno e ½ fa sono chiamati a governare.
Fino ad ora abbiamo navigato a vista con improvvise accelerazioni e frenate a seconda delle esigenze della Lega.
L’indubbia vittoria elettorale del centrodestra ha abnormemente rafforzato una mai sopita voglia di “mani libere”; libere da vincoli, libere da controlli, libere da regolamenti o leggi sia italiane che comunitarie.
La cosa fondamentale per il PDL è “fare affari” a prescindere dall’ambiente, dalla sostenibilità, dalla vivibilità del territorio e dal fatto che quanto viene proposto sia utile ai concittadini.
Per la Lega invece è fondamentale è rimarcare una identità sempre più limitata e ristretta: adesso sono nel mirino gli immigrati, poi vengono i meridionali, i romani e via discorrendo.
Siamo stati i primi in Italia a varare un pacchetto sicurezza, con ronde annesse, finanziato con 6 milioni di euro mentre per gli ammortizzatori sociali ne sono stati previsti 4.
Tutti gli strumenti della protezione sociale (dalle case popolari, agli aiuti per gli affitti, alla sanità)vengono pensati in funzione della residenzialità e non della necessità. (10 anni in Italia di cui 5 in regione)
Ogni qual volta legiferiamo male l'Europa ci richiama al rispetto delle leggi e dei trattati che abbiamo sottoscritto, allora puntuale scatta la minaccia della Lega di uscire dalla comunità Europea invocando il diritto di essere “paroni a casa nostra”
Mi è oscuro il meccanismo per cui abbiamo rimosso le battaglie fatte da Bossi per
non entrare in Europa, non adottare l'Euro; la soluzione, diceva,era la Lira del Nord.
Qualcuno si chiede a quale paese del terzo mondo sarebbe assimilata la nostra economia se avessero vinto queste idee.?
Per quale motivo le loro proposte attuali dovrebbero essere più credibili delle precedenti?
Le stesse forze politiche che accusavano Berlusconi di aver preso i soldi dalla mafia (vari articoli sulla Padania) per costruire il suo impero economico adesso lo sostengono pur di portare a casa un disegno razzista/eversivo
Così, come in tutte le guerre è fondamentale avere un nemico che adesso viene individuato tra gli extra comunitari, ma poi sarà il diverso, il comunista, lo sloveno ecc.
A parole si parla di federalismo e nei fatti si centralizza.
Tondo, sulle Comunità montane, ha dato una dimostrazione pratica di questa arroganza, perché di fronte alla massima disponibilità di Sindaci, ANCI, UNCEM ecc. a trovare una soluzione condivisibile, ha risposto con una chiusura totale: commissariamento.
Nessuna proposta, nessuna spiegazione della visione che il presidente della regione e la sua maggioranza hanno sul futuro della montagna, sul modo di tutelare la sua specificità e di risolvere le difficoltà della gente che vi abita.
Nessuno nega i problemi in cui si dibattono le comunità montane, ma
non è certo mandando uno sconosciuto funzionario regionale, che nulla sa del territorio che dovrà gestire, che questi problemi verranno risolti.
E sempre a ribadire quanto poco conti il territorio per i nostri attuali amministratori, l'assessore Seganti ha affermato che i piccoli comuni si dovranno fondere.
Come per le Comunità montane non è stata fornita nessuna spiegazione sul come si pensi portare avanti questa operazione senza togliere, in modo antidemocratico, la rappresentatività di intere comunità.
Il problema dei Comuni, troppo piccoli per poter funzionare e quindi dare risposte credibili ai residenti, è un problema reale ma le possibili soluzioni vanno discusse con i cittadini e non possono essere certo calate dall'alto.
Credo si evidente a tutti che si debba mettere mano in modo organico alla revisione delle autonomie locali perché le competenze dei Comuni, delle Comunità Montane e delle Province si intersecano e si embricano.
Ma qualsiasi tipo di riforma deve essere discussa ed approfondita con tutti gli attori interessati, in modo da conservare delle forme di partecipazione alla vita democratica dei cittadini.


Già in questo brevissimo ed incompleto escursus di politica nazionale e regionale si possono trovare tutte le motivazioni per continuare nel progetto di un partito di sinistra la cui nascita spero non venga più rinviata pena la ulteriore demotivazione dei molti simpatizzanti.
E’ evidente che se siamo in questa situazione sono stati commessi molti errori da chi ci doveva rappresentare ma sono convinto che sia giunto il momento di smettere con l’auto flagellazione e dare il via ad un nuovo percorso in cui tutti sono chiamati a dare il loro contributo.
La fragilità dei partiti e dei movimenti di opposizione non permette a nessuno di aspettare che arrivino delle direttive, degli ordini salvifici dall’alto, ciascuno di noi deve farsi carico di portare idee, entusiasmo e quant'altro per modificare il declino del nostro paese e questo prima che l’attuale classe politica faccia scelte irreversibili e di cui pagheremo il conto per molti anni.