Si riscontra la Sua nota del 12.01.2012 precisando quanto segue.
Non una sola ora del personale dell'ASS 2 è stata mai messa a disposizione di iniziative estranee al servizio. Quanto da Lei riferito riguarda l'impegno volontario di dipendenti dell'Azienda al di fuori del debito orario contrattuale.
L'iniziativa alla quale Lei si riferisce è stata proposta da un nutrito gruppo di dipendenti alla redazione del notiziario aziendale, che ha deciso di pubblicarla in quanto ritenuta meritevole di attenzione, al pari dell'altra iniziativa (World friends) proposta nella stessa pagina e nella stessa rubrica che, non per caso, è intitolata Solidarietà.
La lettera pubblicata consiste in una richiesta di contributo volontario e del tutto libero a favore di un fondo della Caritas diocesana, unico nel suo genere nel territorio isontino, operante a favore delle famiglie in difficoltà a causa della perdita del posto di lavoro.
I circa duemila dipendenti dell'ASS 2 Isontina non sono solo coloro che per professione si prendono cura della salute delle comunità di loro pertinenza, ma sono anche cittadini che vivono perfettamente integrati in queste comunità. Essi non sono estranei alla spiccata e diffusa attitudine all'impegno civile, al volontariato, alle attività solidali che caratterizzano le popolazioni isontine e dedicano molto del loro tempo libero a questo genere di attività.
Questa direzione ritiene di dover favorire questi comportamenti per almeno due ragioni:
- la partecipazione piena alla vita e ai problemi delle comunità facilita l'insediamento territoriale degli operatori sanitari, fattore imprescindibile nella costruzione e nello sviluppo delle reti di welfare necessarie alla tutela della salute;
- l'esercizio concreto della solidarietà configura un contenuto di apprendimento essenziale per chi si occupa professionalmente di persone ammalate.
Nella fattispecie da Lei sollevata, l'integrazione dei nostri collaboratori nelle comunità di riferimento ha una rilevanza ulteriore. La provincia di Gorizia subisce in misura pesante gli effetti della crisi economica. Moltissimo sono i lavoratori che hanno perso il lavoro, talvolta anche congiunti dei nostri dipendenti. La lettera del direttore della Caritas è parsa particolarmente significativa perchè mette in luce un possibile contrasto tra chi perde il lavoro e chi, come un dipendente pubblico, lo ha garantito. La richiesta, a chi ha il lavoro, di aiutare chi lo perde aiuta i primi a compiere quello sforzo di condivisione che appare ai più indispensabile alla salvezza di questo Paese. In questo senso la direzione aziendale è stata ben lieta di assecondare la proposta di allegare il plico della Caritas alla busta paga di dicembre. Per altro anche questa attività è stata realizzata da dipendenti volontari e al di fuori del debito orario contrattuale.
RingraziandoLa comunque dell'attenzione costante che rivolge alle iniziative della nostra ASS, colgo l'occasione per inviarLe i più distinti saluti.
il direttore generale
Marco Bertoli